G7 dei ministri dell'agricoltura - bergamo

G7 dei ministri dell'agricoltura - bergamo

Domenica 15 ottobre i lavori del G7 dei Ministri dell’agricoltura sono giunti a conclusione
con l’approvazione della “Dichiarazione di Bergamo”.
L’obiettivo principale del documento è di portare 500 milioni di persone fuori dalla fame entro
il 2030 attraverso impegni concreti da parte dei 7 Paesi partecipanti (Italia, Canada,
Giappone, Stati Uniti, Francia, Germania e Gran Bretagna).
Cinque i profili basilari attraverso i quali si articola la dichiarazione.
Innanzitutto la tutela del reddito dei produttori dalle crisi economiche e climatico
ambientali.
Partendo dalla vulnerabilità dell’agricoltura a una grande varietà di rischi non solo finanziari
e di mercato, ma anche correlati alle avversità atmosferiche, alle malattie degli animali e alle
infestazioni dei parassiti, nel documento si evidenzia che tali rischi possono essere
aggravati dall'impatto dei cambiamenti climatici e dalla mancata capacità del settore di
investire e innovare.
Viene riconosciuto il valore di un approccio a lungo termine alla gestione dei rischi agricoli
allo scopo di sviluppare soluzioni appropriate, diversificate e trasparenti per aiutare gli
agricoltori e viene raccomandato a tutti i Paesi di identificare e definire i vari livelli di rischio
(normale, commerciale e catastrofico) nei propri sistemi di produzione agricola e di
economia rurale, allo scopo di migliorare la resilienza degli agricoltori, e di realizzare una
serie di politiche per facilitare le risposte a tali rischi attraverso una normativa trasparente e
coerente che semplifichi il regolare funzionamento delle attività agricole e del sistema di
gestione dei rischi ad esse connesso. A riguardo viene riconosciuta l’importanza della
divulgazione delle modalità di gestione del rischio, degli investimenti in ricerca, innovazione,
informazione, comunicazione e formazione per promuovere strategie aziendali per la
gestione del rischio aziendale e in particolare viene sostenuta l’importanza del
coinvolgimento di tutte le parti attrici e, in particolare le iniziative omnicomprensive come il
Sistema Informativo del Mercato Agricolo (AMIS) e la Piattaforma per la Gestione dei rischi
agricoli (PARM).

E’ stato concordato, inoltre, di affidare alla FAO il compito di studiare un programma di azioni
e di individuare una definizione unitaria di evento catastrofico.
Il secondo profilo riguarda la maggiore cooperazione con i Ministri dell’agricoltura dei
paesi in via di sviluppo, in particolare con quelli africani, anche in relazione al fenomeno
migratorio, con i quali occorre aumentare la cooperazione e sviluppare partnership nella
ricerca e nelle modalità di trasferimento di conoscenza e tecnologia.
Un ulteriore impegno è il potenziamento della trasparenza nella formazione dei prezzi e
nella difesa del ruolo degli agricoltori nelle filiere, con particolare attenzione rivolta ai piccoli
produttori alle donne e ai giovani, di fronte alle crisi di mercato e alla volatilità dei prezzi.
Ancora viene riconosciuta l’importanza di rafforzare normativa e azioni al fine di ridurre gli
sprechi alimentari e l’adozione di politiche concrete per la tracciabilità e lo sviluppo di
sistemi produttivi legati al territorio.

Articolo di Vittoria Papotto